Presentati questa mattina a Novara i dati dell’indagine realizzata dalla Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte sullo stato di salute delle cooperative nelle province di Biella, Novara, Vercelli e VCO con riferimento all’anno 2021 e al primo semestre 2022. La ricerca, avviata quest’anno per la prima volta, è stata realizzata dall’Ente camerale in collaborazione con Confcooperative Piemonte Nord, Legacoop Piemonte e AGCI Piemonte.
«Obiettivo della prima edizione dello studio è quello di scattare una fotografia del mondo cooperativo nell’Alto Piemonte, mettendone in evidenza caratteristiche salienti e aggiornate, oltre alle prospettive per il futuro» ha spiegato in apertura dei lavori Angelo Santarella, vice presidente della Camera di Commercio. «La cooperazione rappresenta una modalità di fare impresa capace di mettere al centro le persone e pertanto può svolgere un ruolo significativo per la crescita economica e sociale del nostro territorio».
Ad illustrare i risultati dell’indagine è stato Rocco Casella, responsabile Pianificazione strategica e informazione economica della Camera Commercio: «Le cooperative attive sono 602 e rappresentano circa l’1% delle imprese attive nell’Alto Piemonte, un dato solo apparentemente modesto, dal momento che in esse operano 26.578 addetti, ben il 10% di quelli complessivi del territorio, per un valore della produzione pari a 1,9 miliardi. Si tratta di un universo eterogeneo – ha sottolineato Casella – che comprende sia micro imprese sia realtà più strutturate, specie della distribuzione commerciale, e che abbraccia tutti i vari settori di attività economica, con una forte vocazione per il terziario».
La ricerca, che ha coinvolto l’universo delle cooperative attive nelle province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola, è stata somministrata nel mese di luglio 2022: hanno risposto nel complesso 94 cooperative, con un tasso di restituzione pari al 16%. «Si tratta di un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto e che per noi rappresenta l’inizio di un percorso da portare avanti insieme tra Camera di commercio, Associazioni datoriali e imprese per avere una fotografia della cooperazione sul territorio» ha dichiarato Valentina Consiglio, Responsabile Legacoop Piemonte Ufficio Territoriale Alto Piemonte. «I dati illustrati confermano l’importante ruolo delle imprese cooperative per l’economia locale, sia in termini di occupazione che di valore prodotto. Come Legacoop Piemonte lavoriamo per sostenere le nostre cooperative nei processi di sviluppo e consolidamento di impresa, aiutando le più strutturate a confermare e accrescere il proprio ruolo sul mercato e favorendo i processi di rete e gli scambi intercooperativi per consentire a quelle di minori dimensioni di rafforzarsi».
Giovanni Gallo, presidente Confcooperative Piemonte Nord, si è soffermato sui dati relativi alle cooperative giovanili, «che riflettono lo scenario demografico italiano, un fronte su cui stiamo lavorando, anche in collaborazione con l’Università del territorio, per promuovere questa forma di impresa tra gli studenti. Il valore della cooperazione è proprio quello di riuscire a tenere insieme realtà, persone e settori apparentemente distanti, esprimendo il senso di comunità. Importante sottolineare il valore aggiunto delle cooperative di comunità che, sempre più spesso, stanno diventando strumento per prevenire lo spopolamento delle aree interne e, allo stesso tempo, valorizzano la ricchezza e le specificità dei luoghi di riferimento».
Giuseppe D'Anna, presidente AGCI Piemonte Associazione Generale Cooperative, intervenuto in collegamento ha aggiunto: «L’indagine effettuata della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte per l’anno 2021 sommata a quella delle altre Camere di Commercio fornisce un dato di sostanziale stabilità del sistema cooperativo piemontese. Mentre a livello nazionale è stata registrata una contrazione della crescita del sistema cooperativo pari al -5,63% per il periodo 2017-2021, la crescita regionale si è mantenuta costante e stabile, a dimostrazione che il sistema cooperativo piemontese ha tenuto nonostante le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese negli ultimi due anni».
FOTOGRAFIA AL 31 DICEMBRE 2021
A fine 2021 si contano 602 cooperative attive con sede nelle province del quadrante: esse rappresentano lo 0,9% delle imprese attive sul territorio, il 21% del sistema cooperativo piemontese e lo 0,8% di quello italiano. A conferma della forte vocazione del sistema cooperativo verso il terziario le cooperative si concentrano prevalentemente nei servizi orientati alle imprese, settore che raccoglie il 36,2% del totale, e nei servizi rivolti alle persone, con il 23,1%.
Analizzando le componenti imprenditoriali il sistema cooperativo risulta caratterizzato, rispetto all’insieme delle restanti forme giuridiche, da una eguale presenza di imprese femminili, pari al 22,4%, mentre appare decisamente più bassa la quota di imprese straniere (il 6,8% rispetto al 10,3%) e giovanili (il 3,7% contro l’8,5%).
FATTURATO E OCCUPAZIONE: PRIMI DATI 2022 E PREVISIONI FUTURE
Tra il primo semestre 2022 e lo stesso periodo dell’anno precedente un’elevata percentuale di imprese ha espresso una situazione stazionaria sia rispetto al fatturato (43,7% del campione) e ancor più rispetto all’occupazione (61,7%); il 51% degli intervistati ha inoltre riscontrato una crescita nel fatturato e il 28,7% nell’occupazione, mentre solo una quota limitata di imprese ha segnalato una contrazione di questi due indicatori.
L’andamento si riflette anche nelle prospettive per il secondo semestre 2022, con la metà delle imprese che ipotizza un aumento del fatturato, mentre rispetto all’occupazione prevale un’attesa di stabilità: una percentuale significativa del campione ha inoltre espresso la difficoltà ad elaborare previsioni a causa del clima di incertezza.
IMPATTO EMERGENZA SANITARIA E STRATEGIE IMPRENDITORIALI
L’universo cooperativo ha dimostrato buona capacità di tenuta rispetto all’emergenza sanitaria: solo il 7% delle imprese dichiara di aver avuto un grave impatto, significativo per il 24%, mentre per il 40% è stato minimo e per il 20% non rilevante. Una percentuale del 6%, inoltre, ha ritenuto l’emergenza pandemica “producente”, in quanto ha determinato una spinta innovativa di prodotto o processo.
In merito alle strategie imprenditoriali i fattori di maggiore influenza sono rappresentati dal rallentamento generale del quadro economico mondiale a seguito della pandemia (31% del campione), dalla scarsa reperibilità delle materie prime e dall’aumento dei loro prezzi (21% delle cooperative), seguite dalle implicazioni legate al caro energia ed ai costi della logistica. Solo per l’11% delle imprese la strategia sarebbe influenzata negativamente dalle tensioni conseguenti al conflitto Russia/Ucraina.
Alla domanda: “L’impresa ha adottato o intende adottare almeno una revisione della strategia nel breve termine?” l’89% delle imprese intervistate ha risposto positivamente. Le principali strategie riguardano la crescita delle competenze delle risorse umane (indicata dal 48% del campione), seguita dalla diversificazione produttiva (45%) e dall’introduzione di nuovi servizi e prodotti (41%). Anche il potenziamento della digitalizzazione è una strategia utilizzata ben dal 38% delle imprese. Cambiamenti più radicali, come la chiusura di una o più sedi o la riduzione del personale, coinvolgono rispettivamente solo il 12% e il 15% dei rispondenti.
Il report completo dell’indagine e la presentazione dei dati sono disponibili sul sito della Camera di Commercio all’indirizzo www.pno.camcom.it.
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