Un disastro naturale di proporzioni gigantesche, il peggiore degli ultimi cento anni, che sta determinando un’immane tragedia umanitaria. Non ci sono altre parole per definire gli effetti del terremoto, di magnitudo 7,8 della scala Richter, che poco prima dell’alba di lunedì 6 febbraio ha colpito il sud della Turchia, in un’area che comprende 10 province abitate da 13,5 milioni di persone, e il nord ovest della Siria, in una regione abitata da quasi 4 milioni di persone, già alle prese con i drammatici effetti della guerra civile che da anni sta martoriando il Paese.
Ad oggi sono oltre 50mila le vittime accertate; un bilancio che potrebbe ulteriormente aggravarsi, con le persone ancora sepolte sotto le macerie degli immobili crollati, molte delle quali avrebbero forse potuto essere salvate con un intervento più tempestivo dei soccorsi, ostacolato sia da problemi organizzativi sia dalla difficoltà di raggiungere le zone colpite per le devastazioni subite dalle infrastrutture viarie.
Una situazione che in Siria è resa ancor più drammatica dal fatto che la zona colpita dal sisma è in conflitto col governo di Damasco e più dell’80% della popolazione che vi risiede affida la propria sopravvivenza agli aiuti portati dalle ONG nel quadro di un accordo con le Nazioni Unite, che prevedeva, però, il passaggio attraverso un solo valico con il confine turco (nei giorni scorsi, il governo di Damasco ha concesso l’apertura di altri due valichi, sempre lungo il confine turco).
La macchina internazionale dei soccorsi si è già attivata per portare aiuto a popolazioni che hanno visto la propria esistenza sconvolta all’improvviso e stanno lottando per la sopravvivenza; persone che hanno perso la casa, spesso senza riparo e costrette a vivere in strada affrontando temperature che di notte scendono sotto lo zero, e che necessitano di assistenza medica, cibo, acqua, indumenti.
Legacoop, cui sono arrivate diverse richieste per supportare le popolazioni colpite dei due paesi, si è attivata verso i soggetti più vicini a noi e attivi nei territori. In particolare si segnalano due richieste, una per la Siria e una per la Turchia.
Siria: la Onlus WeWorld-GVC, una delle tre ong associate a Legacoop, l’unica che opera nell’emergenza, è presente in Siria dal 2011, dove è rimasta durante tutto il conflitto. L'Unità di emergenza di WeWorld si è già attivata per una prima ricognizione dei danni ed un intervento immediato a sostegno della popolazione colpita. I colleghi e le colleghe in Siria (a Damasco e Aleppo) sono già impegnati con azioni di primo soccorso e negli ospedali per fornire aiuto.
Turchia: Legacoop ha già avviato contatti con il movimento cooperativo turco per definire le modalità del proprio sostegno solidale alle popolazioni colpite dal terremoto, anche nella fase successiva all’emergenza. In particolare è stato contattato Ünal Örnek, Coordinatore Ricerca, Formazione e Relazioni Estere di ORKOOP (L'Unione centrale delle cooperative forestali turche), attivo nel mondo dell’Alleanza Cooperative Internazionale. I soci di ORKOOP stanno cercando di determinare l’impatto (vite umane e proprietà) delle cooperative delle province colpite fortemente dal sisma e, intanto, si sono attivati aprendo una raccolta fondi.
Per rendere concretamente operativo il sostegno solidale della nostra organizzazione, la Presidenza di Legacoop invita le cooperative aderenti e le loro basi sociali a versare i propri contributi sul conto corrente
LEGA NAZIONALE COOPERATIVE E MUTUE – SOLIDARIETA’ TERREMOTO SIRIA TURCHIA
IBAN: IT34I0538703207000003787032
I fondi raccolti saranno interamente devoluti a favore dei due paesi tramite WeWorld in Siria e ORKOOP in Turchia. Superata la fase dell’emergenza, si definiranno le modalità per collaborare direttamente a progetti di ricostruzione specifici che possano riattivare le attività economiche delle cooperative turche colpite.