Terzo appuntamento al Polo del 900 di Torino con il ciclo di incontri storici di “Piemonte Cooperativo: una storia che si (r)innova”, che questa volta riguardava la cooperazione sociale.
“Siamo di qui” il titolo scelto che, come ha spiegato il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio nel suo saluto introduttivo, “ben rappresenta il fatto che la cooperazione è radicata nella comunità in cui opera perchè nasce per offrire risposte e soluzioni ai bisogni del territorio. Ad oltre 30 anni dalla nascita della cooperazione sociale con la Legge 381 possiamo dire che molte di queste attività sono cresciute e continuano a evolversi per rispondere a esigenze di contesti sempre più mutati”.
Paolo Bianchini, storico dell'Università degli studi di Torino, ha illustrato il contesto in cui la cooperazione sociale è nata partendo dagli anni Sessanta e Settanta “quando le istanze sociali di allora hanno fatto si che si ponesse attenzioni al tema della cura e delle pari opportunità per tutti, com movimenti dal basso che hanno costruito legami sociali prima impensabili”.
Il presidente di Animazione Valdocco Paolo Petrucci ha poi ripercorso la storia della cooperativa nata a inizio anni 80 con 11 soci e che ora conta 1847 lavoratori su 263 servizi in tutto il Piemonte e fuori regione. “I fondatori erano ragazzi tra i 20 e i 25 anni che si erano formati nel mondo dell'oratorio Valdocco e nell'esperienza dei movimenti di base per il decentramento amministrativo. La cooperativa era nata per rispondere ai bisogni del territorio, e operava in quella zona: nei quartieri Valdocco e Aurora. Erano di lì. Non ha caso si è partiti con l'Estate Ragazzi e con un centro diurno per ragazzi”.
Ilaria Kornmuller, assistente sociale e socia della cooperativa Valdocco, ha raccontato il presente e la sua esperienza: “Lavorare in cooperativa ha grandi vantaggi e peculiarità. E' una opportunità per la propria crescita personale e professionale”.
Ha portato i suoi saluti nel corso della serata anche l'assessore alle politiche sociali del comune di Torino Jacopo Rosatelli che ha ricordato il “valore della cooperazione sociale come strumento di emancipazione e come forma di lavoro buono” Mentre il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle ha ricordato come “il movimento cooperativo ha ricadute positive sulla cittadinanza e sui territori in cui opera”