Sono stati presentati questa mattina i dati della tradizionale indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, sull’andamento delle cooperative torinesi nell’anno passato e nel primo semestre 2021 e sugli effetti della recente crisi sanitaria.
“Gli effetti della pandemia, con conseguenze significative in termini di calo del fatturato e degli addetti, sono intervenuti su un mondo cooperativo in contrazione da oltre 10 anni, soprattutto per quel che riguarda l’imprenditoria giovanile - spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – La ripresa tuttavia sembra molto vicina: quasi il 60% degli intervistati si dichiara ottimista ed evidenzia già nel 2021 segnali di crescita dei ricavi e di mantenimento dell’occupazione”.
Secondo Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte: “L’indagine ci dà un’immagine a luci e ombre. Nell’anno del Covid un settore come la grande distribuzione pur di fronte a maggiori costi sostenuti per garantire la sicurezza di lavoratori e clienti è cresciuta grazie all’aumento generale dei consumi. Mentre i servizi alla persona e alle imprese, che rappresentano circa il 70% dell’intero comparto, hanno registrato forti contrazioni di fatturato. Le difficoltà del periodo però hanno anche permesso di evidenziare la resilienza tipica delle cooperative e la loro voglia di reagire. Il calo del numero di imprese che si registra negli ultimi anni non va interpretato solo come uno scarso appeal del fare impresa cooperativa, ma si deve invece tenere conto del lavoro svolto dalle associazioni di rappresentanza, e nel nostro specifico di Legacoop Piemonte, per favorire lo sviluppo dimensionale e il consolidamento delle imprese. Aspetto che trova una conferma in questa indagine che evidenza una dimensione e una longevità delle cooperative maggiore rispetto alle altre forme di impresa. Infine, se possiamo vantare dati positivi per quel che riguarda il gender gap, vero nodo dolente è quello dei giovani. Se da un lato un importante lavoro è in corso per inserire nuovi quadri garantendo così il principio di intergenerazionalità, dall'altro dobbiamo essere presenti nei luoghi in cui i giovani incontrano l'impresa per proporre le cooperative come uno strumento per realizzare se stessi e soddisfare i propri bisogni”.
Per Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord “Il periodo che ha visto la cooperazione in tutte le sue componenti dover affrontare una fase di cambiamento sistemico ha tracciato la direzione. Si tratta di tutelare i legami con il territorio in cui le imprese sono insediate ad ai cui bisogni primari e non rispondono in modo naturale. Non è casuale che l’agricoltura, la piccola e media distribuzione organizzate con negozi di vicinato, il sistema del credito, tutti organizzati in forma cooperativa, abbiano ben resistito e in alcuni casi migliorato le loro performance. È il risultato del rapporto con il territorio e con le comunità locali che hanno saputo creare in anni e anni di presenza costante. Se poi affianchiamo a questo il prezioso contributo che chi opera nel settore dei servizi all’impresa e alla persona ha dato a rendere parzialmente sopportabile una stagione che ha quasi travolto le famiglie di tutto il paese non possiamo che essere molto soddisfatti. Il prezzo pagato sotto il profilo economico delle difficoltà organizzative derivanti dalla precarietà del periodo sono stati ricompensati dai riconoscimenti positivi che ne sono derivati. Considerando che stiamo parlando di contesti in cui l’export, primo ambito economico ad essere ripartito, incide per minima parte, il risultato per le nostre strutture imprenditoriali è stato più che lusinghiero e testimonia quanta qualità d’impresa si è costruita negli anni, da tutti i punti di vista. Adesso restano da affrontare i dossier: ricambio generazionale, occupazione giovanile e trasformazione digitale. Materie che coinvolgono non solo la cooperazione ma che sicuramente impegnano le cooperative in traduzioni più complesse secondo principi inclusivi e non escludenti”.
Dati 2020
A fine 2020 (ultimo dato disponibile) le cooperative attive nella città metropolitana di Torino hanno generato una ricchezza economica pari a 2,6 miliardi di euro (valore della produzione) e impiegato 42.000 addetti. Sono i servizi alle persone e alle imprese a realizzare insieme più del 55% del valore della produzione e a dare lavoro al 90% degli addetti.
Le associazioni di categoria del territorio rivestono un ruolo importante per il mondo cooperativo: Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord raccolgono insieme 634 cooperative associate. Di queste 579 hanno sede legale nella città metropolitana di Torino, realizzano 1,6 miliardi di valore della produzione (il 61,5% del totale) e impiegano 24.573 addetti (il 58,5%).
Dati al primo semestre 2021
A fine giugno 2021 sul territorio torinese si contavano 1.236 cooperative attivein calo del 2,2% rispetto a fine 2020. La decrescita, seppur con dinamica altalenante, si conferma da oltre 10 anni.
Quasi una cooperativa su due risulta essere nata dopo il 2010, ma quelle costituitesi prima del 1990 risultano essere il 18%, a fronte dell’11% relativo alle imprese torinesi con altra natura giuridica: una conferma della maggiore longevità media delle imprese cooperative rispetto ad altre forme imprenditoriali.
Il principale settore di attività si conferma quello dei servizi (68,6%): il 42,1%delle cooperative offre servizi prevalentemente orientati alle imprese mentre il 26,5% alle persone. A seguire, le costruzioni costituiscono il 9,1% e l’industria manifatturiera il 6,7%. Circa il 5,7% delle cooperative è attivo nel commercio mentre il 3,6% svolge attività di alloggio e ristorazione.
Rispetto all’anno 2020, continua il calo dello stock dei due settori più rappresentativi, rispettivamente -3,2% per i servizi alle imprese e -1,5% per quelli alle persone così come quello dell’industria manifatturiera (-6,7%) e delle costruzioni (-3,4%).
Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese
Buona la presenza di imprese femminili: con 337 unità rappresentano il 27,3%delle cooperative attive. Sebbene nel I semestre 2021 si sia registrato un leggero aumento rispetto al 2020 (+0,9%, + 10 unità), nell’ultimo quinquennio si è assistito a una progressiva diminuzione delle consistenze, pari al -10,2%. Più di 8 cooperative femminili su 10 forniscono servizi; di queste, ben il 42,7% prevalentemente orientati alle persone.
La componente straniera rappresenta il 5,4% del totale delle cooperative con67 unità a fine giugno 2021. Anche in questo caso si registra una diminuzione dello stock che scende del 24,2% nel periodo 2016-2020 e di un ulteriore -6,9% (-5unità) nei primi sei mesi di quest’anno.
Le cooperative giovanili rappresentano il 3,3% del totale e rispetto a fine 2020 scendono di 14 unità.
Lo stato di salute delle cooperative torinesi: risultati indagine
Sono 241 le cooperative che hanno risposto all’indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte: in termini economici le rispondenti rappresentano il 19,6% del valore della produzione totale generato dalle cooperative attive nel 2020 (507 milioni di euro) ed il 23,3% degli addetti del territorio (9.800 unità).
I dati mostrano come l’emergenza sanitaria abbia avuto forti ripercussioni economiche sul tessuto cooperativo: ben il 39% delle imprese rispondenti ha dichiarato di aver registrato nel 2020 un calo del fatturato di oltre il 5% rispetto al 2019. Il dato si fermava al 19% l’anno scorso.
Il saldo tra le dichiarazioni di aumento e di diminuzione del fatturato 2020 è crollato al -34,4% (contro il +4,5% del 2019). I settori cooperativi più colpiti sono quelli che hanno subito le maggiori chiusure delle attività a causa della pandemia, ovvero turismo, cultura e sport (-64,7%). L’unico settore in controtendenzarisulta essere quello del consumo, che, grazie alla presenza della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) registra un saldo positivo pari a +16,7%.
Dal punto di vista dell’occupazione, crescono le cooperative che dichiarano un calo degli addetti nel 2020, il 14,5% (era il 9,7% nel 2019). I settori più colpiti si confermano gli stessi che hanno registrato i cali di fatturato più consistenti.
Le previsioni per l’anno 2021 sono però incoraggianti: il 59,7% delle cooperative si dichiara ottimista; nel 2020, in piena emergenza sanitaria, solo il 26,5% delle imprese era fiducioso. Anche l’analisi del trend di fatturato e di occupazione per i primi sei mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, restituisce una fotografia del mondo cooperativo in ripresa. Oltre un quarto delle imprese (il 27,2%) dichiara di aver registrato un incremento del fatturato nel primo semestre, a fronte del 39,6% che ha mantenuto una stabilità economica; l’occupazione è rimasta stabile per il 70,5% dei rispondenti e, nel 13,2% dei casi, è incrementata.
La crisi derivata dall’emergenza Covid-19 ha poi imposto alle cooperative una revisione della strategia o della struttura aziendale nel 48,5% dei casi. Ad aver adottato almeno un cambiamento organizzativo sono state principalmente le imprese che nel 2020 hanno visto un calo più marcato del fatturato e per cui l’effetto pandemico ha avuto un impatto grave, tanto da metterne a rischio l’attività (il 14,5%). Le strategie prevalentemente adottate dalle imprese sono state la diversificazione (il 43%) e l’introduzione di nuovi servizi e prodotti (il 35%) per ridurre il rischio imprenditoriale.
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