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Lavoro inclusivo, formazione e innovazione. L’assemblea congressuale di Legacoopsociali Piemonte taccia le linee guida per il futuro

Lavoro inclusivo, formazione e innovazione. L’assemblea congressuale di Legacoopsociali Piemonte taccia le linee guida per il futuro

Si è tenuta venerdì 18 ottobre, presso la Scuola Holden di Torino, l'Assemblea Congressuale di Legacoopsociali Piemonte, un'importante occasione di confronto tra le cooperative sociali aderenti a Legacoop Piemonte. “Il futuro dal quotidiano” è stato il claim dell'assemblea che ha messo in evidenza il ruolo cruciale della cooperazione sociale nel rispondere alle sfide quotidiane e nel costruire un futuro più inclusivo e sostenibile.

Il lavoro che cura e il lavoro che include sono al centro della discussione. Investire nella formazione, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la consapevolezza sull'importanza del lavoro sociale è un modo per attrarre nuovi talenti e garantire un servizio migliore alle comunità” ha dichiarato Barbara Daniele, responsabile di LegacoopSociali Piemonte, tracciando la strada da percorrere nei prossimi quattro anni, convinta che “migliorare la percezione sociale del lavoro degli operatori è fondamentale per attrarre nuovi professionisti e valorizzare il loro contributo”.

All’evento hanno partecipato esponenti istituzionali di rilievo, tra cui la Vicepresidente del Senato Anna Rossomando, l'Assessore alle politiche sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, e l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi, che si sono soffermati sul ruolo importante della cooperazione sociale “nel rinnovato rapporto tra pubblico e privato, soprattutto in tema di sanità e di welfare”.

Barbara Daniele nella sua relazione ha fotografato le difficoltà del presente, ma anche lanciato le sfide per il futuro per rendere la cooperazione sociale protagonista dell’economia sociale. “La sostenibilità economica è diventata sempre più a rischio, il lavoro sociale è stato etichettato come lavoro povero, non si trovano i profili professionali adeguati, il lavoro sociale è sempre meno attrattivo”. Sfida complicata dall’applicazione del nuovo contratto di lavoro con oltre il 15% di aumento delle retribuzioni in 3 anni – “e gli operatori ne hanno un legittimo diritto” – ma con un’incidenza media “del costo del lavoro sui servizi del 70%, le imprese devono essere messe nelle condizioni di farvi fronte”. Daniele prosegue evidenziando che “il 90% dei servizi viene svolto in appalto o in accreditamento per conto di una committenza pubblica e il prezzo del servizio non può essere adeguato discrezionalmente. La marginalità media delle imprese è solo del 3% circa e le tariffe dei servizi in essere devono essere adeguate, se non si risolve questo nodo non si può pensare al futuro!”.

Che fare, allora? Ancora Daniele: “Sono necessari interventi in rete, fra cooperative, con gli Enti del Terzo Settore, con il mondo profit, con le Istituzioni, con le Organizzazioni Sindacali, con le Università, con gli incubatori, con i finanziatori”. Sono necessari strumenti di sostegno, processi di amministrazione condivisa e di programmazione delle politiche sociali sul territorio”.

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