È stato presentato questa mattina in conferenza stampa l’indagine sullo stato di salute delle società cooperative della provincia di Cuneo, realizzato dalla Camera di commercio di Cuneo in collaborazione con Legacoop Cuneo, Confcooperative Cuneo, ACGI Piemonte e UECoop Cuneo.
Il campione oggetto di analisi è rappresentato da 209 cooperative, con sede in provincia, che hanno risposto all’indagine, ovvero il 41,2% delle 507 società cooperative attive risultanti dal Registro Imprese. L’indagine si fonda su dati raccolti in forma anonima a metà 2023 e riferiti all’anno 2022, con proiezioni sull’anno in corso e sul 2024. L’elaborazione fotografa la realtà e le prospettive del mondo della cooperazione alla luce delle conseguenze dettate dalla crisi geo-politica internazionale, dovuta in particolare allo scoppio del conflitto russo-ucraino nel febbraio 2022.
L’analisi delle dinamiche all’interno del tessuto imprenditoriale cooperativo hanno evidenziato una leggera ripresa della crescita sebbene un’incertezza di fondo, come negli anni precedenti, continui a persistere.
A tre anni dalla pandemia, per il settore cooperativo, la ripresa pare concreta tanto che per il 2022 il 42,10% dichiara una crescita del fatturato (quando invece ante Covid, nel 2019 si attestava al 27,2%), a fronte del 33,97% che non rileva variazioni rispetto all’anno precedente, mentre il 14,83% registra una contrazione.
Il 44,01% considera la redditività 2022 immutata, il 23,92% in crescita, mentre il 18,66% in contrazione. Anche l’occupazione risulta invariata per il 55,02% del campione, in crescita per il 23,92% (quando invece ante Covid, nel 2019 si attestava al 15,10%) e in contrazione per il 9,09%.
Emergono dunque risultati confortanti nella valutazione complessiva a fine 2022. Il campione si dichiara soddisfatto per il 44,98%, mentre il 43,06% considera i risultati ottenuti discreti.
La situazione di relativa ripresa ha comunque confermato la prudenza sulle previsioni riferite al biennio 2023/2024. Per il fatturato sono da considerarsi stazionarie per il 47,37%, e anche per la redditività il campione è cauto ed esprime una stazionarietà per il 51,67%. Dati simili per le prospettive occupazionali che risultano stabili per il 55,50%.
Sebbene le ricadute negative dell’emergenza sanitaria siano ormai alle spalle, si avvertono ancora gli scossoni generati dallo shock energetico, anche in seguito al perdurare della guerra russo-ucraina.
La propensione a investire in attività innovative evidenzia, ancora una volta, una frattura nel campione. Emerge che circa i 2/3 degli intervistati ha investito o intende investire in attività innovative quali la formazione del personale, l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, mentre circa 1/3 non prevede investimenti in tal senso.
Pur con diversi gradi di adesione nei vari ambiti innovativi presi in esame, tra gli investimenti le voci più significative sono rappresentate dalla formazione del personale (58,85%), dall’innovazione tecnologica (37,32%) e dalla digitalizzazione (36,84%).
Nell’arco temporale 2023/2024 sono oltre 2/3 le cooperative che non prevedono investimenti tecnologici in chiave di Impresa 4.0, presumibile conseguenza della situazione di incertezza e del clima di sfiducia che il sistema imprenditoriale respira, tra alti e bassi, sin dal 2020, anno della pandemia.
Emerge pertanto che il 44,20% delle società intervistate è in difficoltà nel definire con chiarezza le decisioni da adottare riguardo alle soluzioni innovative più idonee per la propria realtà in chiave di Impresa 4.0 e solo il 17,29% le ha adottate o intende farlo nel 2023/2024.
Anche nel comparto cooperativo emerge la difficoltà a reperire il personale. Per il 37,32% le maggiori criticità sono dovute alla mancanza di candidati e il 13,88% rileva inadeguatezza nella loro formazione.
Sul versante della sostenibilità ambientale prevalgono situazioni di attesa con il 59,81% del campione che, nel biennio, ritiene di non investire, a fronte del 24,40% che intende proseguire gli investimenti già avviati; solo il 15,79% afferma di volerne avviare di nuovi.
In sintesi con il 2023 si registra il ritorno a un moderato ottimismo sulle prospettive delle imprese cooperative. A fronte della metà del campione che dichiara una posizione stazionaria di tenuta, il 30% prevede una crescita nel fatturato mentre un 20% fa fatica a fronteggiare la crisi.
In considerazione del fatto che le imprese che investono in innovazione tecnologica e in sostenibilità ambientale hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo e una migliore disposizione ad affrontare le sfide del mercato, è fondamentale attivare progettualità coraggiose e sfidanti che riescano a motivare e coinvolgere, nel percorso verso le transizioni gemelle, le imprese oggi non intenzionate a investire in questi ambiti. Le prospettive della cooperazione sulla base della situazione economica contingente sono incentrate sul consolidamento.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il responsabile di Legacoop Cuneo Renzo Brussolo che ha sottolineato “l’importante ruolo che le imprese cooperative hanno per l’economia del territorio, considerando in questo senso non solo le cooperative che hanno sede nel cuneese, ma anche quelle che pur con sede diversa hanno attività produttive ed operano nella provincia”.
Brussolo ha poi posto l’attenzione sulla “necessità di valorizzare la buona cooperazione” e di “un percorso di collaborazione tra enti che consenta di affrontare le sfide e i problemi che il presente pone davanti alle nostre imprese” .