Il Superbonus al 110% deve essere prorogato subito almeno fino al 2023, altrimenti i condomini e le famiglie non potranno programmare gli interventi necessari per mettere in efficienza e in sicurezza migliaia di edifici. È una grande occasione per far crescere Pil e occupazione in cui tutti devono credere: no ad accordi al ribasso. Inutile invocare la green economy se poi non utilizziamo le risorse e mettiamo in atto degli strumenti necessari per centrare questo obiettivo.
E’ questo l’appello che la filiera delle costruzioni – imprese, artigiani, cooperative, professioni tecniche, società di ingegneria (Ance, Alleanza delle Cooperative, Anaepa Confartigianato, Cna costruzioni, Casartigiani, Claai, Confapi Aniem, Federcostruzioni, Oice e Rete professioni tecniche)- rivolge al Governo preoccupata per il futuro di una delle poche misure di rilancio dell’economia messa finora in campo. Le stime non lasciano dubbi: si tratta di una leva che può generare un giro di affari di 42 miliardi di euro e più entrate per lo Stato per circa 7,5 miliardi di euro oltre a un risparmio netto per le famiglie di 600 euro all’anno solo per i consumi energetici.
Tutti benefici economici e quindi occupazionali che rischiano di venire vanificati completamente se la misura avrà durata breve. Impensabile infatti che interventi così complessi possano essere iniziati e completati in un anno. Peraltro le procedure iniziali sono lunghe e farraginose e necessitano dell’efficienza degli archivi comunali che ora sono in tilt.
Occorre un lasso temporale congruo, non meno della fine del 2023, per consentire a cittadini e imprese di programmare e realizzare lavori importanti di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza sismica.
L’auspicio è che già nelle prossime ore venga approvata la proroga all’incentivo così da dare avvio concretamente a migliaia di interventi su edifici e condomini.
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