La Regione Piemonte conferma l’aumento di 16 milioni di euro a sostegno delle strutture residenziali, pari al 3,5 per cento, destinato alla quota sanitaria, con l’obiettivo di arrivare al 4 entro l’anno e al 10 per cento entro il 2026.
Le risorse aggiuntive sono riservate alla quota dei posti letto convenzionati con il sistema sanitario nazionale e, nell’accordo, è stato inserito il richiamo, per le strutture firmatarie, al rispetto dei contratti comparativamente più rappresentativi, così come previsto dalla delibera, approvata a febbraio, per richiamare l’accordo sottoscritto lo scorso novembre con le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
Nei mesi di aprile e maggio verranno costituiti specifici tavoli per individuare, relativamente agli anni 2025 e 2026, tariffe adeguate a garantire la sostenibilità del settore, anche alla luce dei rinnovi contrattuali e all’aumento dei costi generali, con l’obiettivo di raggiungere un aumento complessivo del 10 per cento nel triennio.
Questo il commento della responsabile di LegacoopSociali Piemonte Barbara Daniele: "Il recente rinnovo del CCNL della cooperazione sociale arriva in una stagione in cui era diventato ineludibile per i lavoratori delle cooperative recuperare l’impennata del costo della vita e riqualificare una proposta di credibilità del lavoro sociale per renderlo attrattivo e per evidenziarne il valore aggiunto. Non si può immaginare un riposizionamento ed un’affermazione di protagonismo della cooperazione sociale che non investa sul lavoro di cura come asset strategico e che, finalmente, ci faccia uscire dal circolo vizioso del “lavoro povero” che squalifica e svilisce l’immagine della cooperazione e con essa i valori di cui è portatrice. Un rinnovo doveroso dunque, nei confronti dei lavoratori e anche nei confronti delle cooperative, ma che richiede risorse economiche per affrontare e sostenere gli aumenti del costo del lavoro. Risorse che – allo stato – non possono che provenire dal giusto riconoscimento del prezzo dei servizi da parte della PA committente. Non si tratta di una sovvenzione, di una regalia, ma della legittimazione di quella professionalità e capacità imprenditoriale e del loro legittimo riconoscimento. Per cambiare la cultura di questo settore, sostituire la narrazione miope e scontata con un protagonismo di merito, valorizzare un welfare territoriale e comunitario per contribuire alla costruzione di una società più equa e più giusta, non si può prescindere dalla dignità del lavoro, dei lavoratori, di ciascuna cooperativa, delle persone che fruiscono dei servizi e delle loro famiglie. Tracciare un dialogo con le parti politiche per riconoscere il valore del lavoro di cura e di inclusione è il presupposto fondamentale per costruire una nuova assunzione di responsabilità sociale che comprenda tutta la filiera del sistema di welfare. Il Patto sottoscritto con Regione Piemonte rappresenta un primo passo in questa direzione: la revisione del sistema di accreditamento, l’applicazione di CCNL di categoria sottoscritti dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, la rivalutazione della sola quota sanitaria per i posti convenzionati del 3,5% con un impegno politico per i prossimi anni che dovrebbe portare ad un aumento complessivo del 10%, vogliamo leggerlo come un segnale di attenzione a questo settore, un primo passo per un nuovo approccio proattivo e partecipato di modifica dell’attuale sistema di welfare rispetto alle cinque principali fragilità, anziani non autosufficienti, disabilità, salute mentale, minori e dipendenze. Il cammino è ancora lungo, sicuramente questo risultato non risolve tutte le situazioni in sofferenza, ma ci auguriamo che possa rappresentare una tessera del puzzle che insieme stiamo cercando di realizzare".