“È incomprensibile la discriminazione a danno del settore dei servizi presente nel decreto correttivo al codice dei contratti pubblici approvato dal Governo il 23 dicembre: mentre per il Settore dei Lavori la soglia della revisione prezzi è stata abbassata dal 5% al 3% con il riconoscimento del 90% dei costi sopraggiunti per motivi oggettivi, per i Servizi e le forniture è rimasta invariata al 5%, con il riconoscimento dell’80% e solo sulla cifra eccedente”.
È quanto denunciato congiuntamente tramite COMUNICATO STAMPA dalle Associazioni di Rappresentanza delle imprese che operano nei Settori dei Servizi: Legacoop Produzione e Servizi, ANIP-Confindustria, Afidamp, AGCI Servizi, Angem, ANIVP, ASSIV, Assosistema-Confindustria, Cisambiente-Confindustria, ConFederSicurezza e Servizi, Fipe-Confcommercio, FNIP-Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, ISSA-EMEA, Unionservizi Confapi e UNIV.
Le Associazioni firmatarie richiedono un confronto con il Governo e le Istituzioni per discutere sulle ricadute sui servizi essenziali che le imprese dei settori coinvolti assicurano con professionalità e competenze, come ad esempio la pulizia di luoghi pubblici e di lavoro, i servizi essenziali del welfare e del sociosanitario, l’igienizzazione degli ospedali, le mense scolastiche e ospedaliere, la raccolta e gestione dei rifiuti, la vigilanza privata, la fornitura di dispositivi medici, la sanificazione e sterilizzazione di dispositivi medici tessili e dello strumentario chirurgico.
Settori che occupano circa mezzo milione di lavoratrici e lavoratori per un volume economico che varia a seconda degli anni di riferimento dal 30% al 50% di quanto bandito dalla Pubblica Amministrazione.