“Il nuovo codice degli appalti rappresenta un passo avanti sulla strada della semplificazione, della digitalizzazione e del miglioramento del processo di affidamento dei contratti pubblici, ma presenta anche delle criticità su temi rispetto ai quali avevamo avanzato proposte specifiche. Gli aspetti positivi potrebbero però essere vanificati dall’entrata in vigore in anticipo rispetto ai tempi necessari a qualificare e formare le stazioni appaltanti, con il rischio di bloccare il mercato degli appalti pubblici come già avvenuto con l’entrata in vigore del precedente codice”.
A dirlo è il Presidente di Legacoop, Simone Gamberini, commentando il provvedimento approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
“Il testo finora noto -sottolinea Gamberini- non risponde pienamente alle principali proposte di miglioramento avanzate dal movimento cooperativo, e condivise dalle commissioni parlamentari, relative alla revisione dei prezzi, all’offerta economicamente più vantaggiosa e agli strumenti consortili. Occorre chiarire i profili principali dei consorzi cooperativi e artigiani, in coerenza con la regolamentazione degli ultimi venti anni che ha sempre favorito la partecipazione delle piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici. La positiva introduzione dell’obbligatorietà della revisione dei prezzi, che consente di salvaguardare l’esecuzione dei contratti a fronte dell’impennata dell’inflazione, rischia di essere vanificata da indicazioni poco chiare sulla sua effettiva applicazione. Infine occorre garantire la qualità dei servizi, limitando con più decisione il peso del prezzo nell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
“È condivisibile -prosegue il Presidente di Legacoop- il percorso per la qualificazione delle stazioni appaltanti che, se verrà portato a termine, potrà migliorare i rapporti tra pubbliche amministrazioni e imprese. Un obiettivo che trova spazio anche nei principi generali, che valorizzano la fiducia e l’equilibrio tra le parti come basi di un nuovo rapporto tra soggetto pubblico e imprese”.
“Questo approccio -aggiunge Gamberini- va in direzione di un nuovo modello di ‘partenariato solidale’ tra pubblico e privato che rivendichiamo da tempo come segno di attenzione all’obiettivo di innalzare la qualità dei servizi e di garantire maggiori tutele per i lavoratori, senza trascurare i profili essenziali della concorrenza. Da questo punto di vista, le soglie entro le quali sono previsti gli affidamenti diretti o le procedure negoziate rischiano di far venir meno le condizioni per una concorrenza corretta nel mercato”.
“Auspichiamo -conclude Gamberini- che attraverso un confronto continuo queste criticità possano essere affrontate entro la data di piena attuazione del codice”.