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Caro energia, Aci Abitazione scrive alla Regione Piemonte: “Sostegno ai soci per le spese e stop alla rivalutazione dei canoni”

Caro energia, Aci Abitazione scrive alla Regione Piemonte: “Sostegno ai soci per le spese e stop alla rivalutazione dei canoni”

Una lettera indirizzata alla Giunta della Regione Piemonte e ai Capigruppo del Consiglio Regionale per invitarli a delle azioni concrete per sostenere i soci della cooperazione di abitazione di fronte ai rincari energetici. A firmarla sono le sigle che compongono l’Alleanza delle cooperative del Piemonte per il settore Abitazione preoccupati per l’aumento del costo delle forniture energetiche che si ripercuote sui loro soci sovventori.

Come spiega Massimo Rizzo, presidente di Legacoop Abitanti, “già da giugno abbiamo verificato un notevole aumento dei costi del riscaldamento per gli assegnatari dei nostri alloggi e ora la situazione è diventata insostenibile".

Da qui due richieste precise formulate alla Regione. La prima trovare dei fondi che possano aiutare i soci delle cooperative a pagare le bollette. “Siamo consapevoli che le difficoltà e gli aumenti dei costi riguardano tutti i cittadini, ma le nostre famiglie sono soggetti più fragili economicamente e di fronte a quanto sta accadendo rischiano di finire in una condizione di povertà assoluta” spiega Rizzo che aggiunge come “stiamo facendo assemblee con i nostri soci per spiegare la straordinarietà dei rincari delle forniture e già di nostro abbiamo messo in campo azioni come un fondo di solidarietà per sostenere chi è in difficoltà, ma non basterà”.

All’aumento del costo dell’energia si aggiunge anche il prospettato aumento delle tariffe per adeguarle al canone Istat per il quale le associazioni di Aci Abitazione chiedono una sospensione delle rivalutazioni. “Chiediamo di soprassedere per due anni alla rivalutazione del canone. Al momento l’indice Istat è oltre l’8 per cento il che significa un aumento mensile del canone di 15-20 euro, cifra di cui non vorremo gravare i nostri soci proprio in questo momento” conclude Rizzo.

Il TESTO della lettera inviata in Regione Piemonte

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