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Breadforpeace, al via il crowdfunding per 5mila panieri di cibo buono e giusto per l'Ucraina

Breadforpeace, al via il crowdfunding per 5mila panieri di cibo buono e giusto per l'Ucraina

Prosegue la missione del progetto Bread for Peace a sostegno della popolazione ucraina colpita dalla guerra. Il 1 giugno è infatti stato lanciato un crowdfunding a cui Legacoop Piemonte ha dato il suo patrocinio. La raccolta fondi che si svolge sulla piattaforma “For Funding” di Intesa San Paolo, punta a raccogliere 125mila euro attraverso cui realizzare 5mila kit di prodotti alimentari sani e freschi per oltre 400 persone.

A raccontare meglio questo progetto il presidente della cooperativa sociale Pausa Cafè, Marco Ferrero, che racconta come sin dall’inizio del conflitto lui e i suoi soci si sono attivati per sostenere la popolazione civile dell’Ucraina. “Già dal febbraio 2022 allo scoppio della guerra siamo andati al confine con la Polonia per aiutare l’evacuazione di madri con bimbi piccoli e persone con bisogni speciali, affiancati dalla Protezione Civile e la Città di Torino”.

“Superata questa prima fase di emergenza ci siamo interrogati su come poter proseguire il nostro impegno a supporto di chi era colpito dal conflitto e siccome la nostra attività in Italia è occuparci di cibo buono attraverso progetti che portiamo anche nelle carceri del Piemonte abbiamo pensato di elaborare un progetto di sicurezza alimentare a supporto della popolazione più vulnerabile dell’Ucraina” aggiunge Ferrero.

Infatti, il conflitto che dura ormai da più di un anno ha gravemente toccato anche il mondo agricolo, influendo sulla coltivazione e commercio di una delle nazioni in cui si produce più grano e cereali. Da qui l’idea importare grano dall’Ucraina e farne farina e prodotti da vendere sugli scaffali dei supermercati Nova Coop. “Abbiamo proposto questo progetto al nostro più importante partner commerciale e dallo scorso dicembre sugli scaffali Coop è possibile trovare la “farina per la pace” e di ogni pacco venduto 30 centesimi saranno devoluti ai piccoli produttori agricoli ucraini. Con la stessa farina produciamo, nei laboratori che svolgiamo al carcere di Alessandria, pane e grissini anch’essi in vendita”, spiega Ferrero raccontando un percorso che oltre ad essere un sostegno concreto hanno un profondo valore simbolico perché dimostra che si può comunque fare uscire il grano via terra e superare quella drammatica barriera che la guerra ha eretto.

E ora, come detto, si avvia una nuova fase del progetto. “Vogliamo offrire alla popolazione alimenti di buona qualità e prodotti localmente, aiutando così anche le aziende locali, per lo più con certificazione organica e sostenibile e a conduzione femminile”, conclude Ferrero. Panieri che, con le donazioni del crowfundig si trasformeranno in 5mila kit che fino a dicembre offriranno cibo sano e di qualità a chi è rimasto nei luoghi di guerra.

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