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Arcobaleno presenta l’impatto del proprio lavoro: strumento che garantisce lavoro e cittadinanza ai più fragili

Arcobaleno presenta l’impatto del proprio lavoro: strumento che garantisce lavoro e cittadinanza ai più fragili

Si è svolto questa mattina presso la Fabbrica delle E l’incontro “Polvere di stelle” in cui la cooperativa Arcobaleno ha illustrato i risultati della ricerca sull’Impatto sociale del proprio lavoro, proponendo una nuova metodologia, l'Indice Globale di Impatto, che non intende sostituire metriche esistenti come ESG, SDG o BES, ma a considerare tutti gli aspetti del contesto in cui si muove la cooperativa, unendo le sue 3 dimensioni: il contesto urbano in cui opera (dimensione ambientale), la gestione del personale (dimensione gestionale) e la percezione dei soci all'interno dell’organizzazione (dimensione sociale). Il progetto è stato realizzato da un team di soci professionalizzati della Cooperativa Arcobaleno in collaborazione con Microcosmos per la gestione analitica e con il presidio scientifico della Scuola di Management ed Economia dell'Università degli Studi di Torino del Prof. Paolo Biancone e della Prof.ssa Silvana Secinaro.

Secondo l’analisi la componente sociale, ovvero quella relativa al benessere, alla soddisfazione, le aspettative e le esperienze dei membri della cooperativa, “pesa” maggiormente sull’indice di impatto (53%). Ciò significa che gli effetti positivi che la cooperativa sociale produce sui lavoratori incidono in modo significativo sulle “performance” della cooperativa stessa e contribuiscono al miglioramento delle prestazioni nel futuro.

Arcobaleno conta oggi circa 290 soci lavoratori, di cui circa un centinaio provenienti da una situazione di disagio e svantaggio. Di questi, 91 lavoratori hanno risposto a un questionario che ne ha indagato, in forma anonima, il benessere lavorativo, il grado di soddisfazione, le opportunità di sviluppo personale e professionale, il senso di appartenenza all'organizzazione ecc. Ne emerge un quadro in cui alla cooperativa è riconosciuto un ruolo determinante per restituire spazi di opportunità e una recuperata dignità nei confronti dell’esterno, così come di sé stessi.

La cooperativa sociale non è solo un luogo di lavoro e per questo le sue prestazioni non possono essere misurate con parametri che non ne considerino tutti gli aspetti, soprattutto quello sociale – commenta Tito Ammirati, presidente della Cooperativa Arcobaleno. Questa analisi non solo ci consente di valutare cosa facciamo e come, ma anche di intensificare il nostro impatto. L’obiettivo è trasformare i dati raccolti e le strategie pianificate in azioni concrete che influenzino positivamente il benessere collettivo”.

Alla mattina di lavori ha preso parte anche il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio che ha osservato come: “In un contesto economico difficile in cui vecchie e nuove fragilità si incrociano quello della cooperativa sociale Arcobaleno è un tentativo necessario di riflettere sull’impatto e sul protagonismo della cooperazione sociale di inserimento lavorativo a Torino. Un’occasione anche per rilanciare con forza il patto con le istituzioni e le parti sociali per la valorizzazione di uno strumento che da più di 40 anni garantisce cittadinanza e lavoro per le persone più fragili”.

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